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POTATURE INVERNALI SU OLIVO, CACHI, PESCO, ALBICOCCO E ARANCIO

Le potature invernali sono fondamentali per la maggior parte degli alberi da frutto. Il taglio dei rami effettuato durante il riposo vegetativo infatti stressa di meno le piante.

L’importante però è saper cogliere il momento giusto, proprio a ridosso della ripresa primaverile. Poiché sono pochi gli alberi, come ad esempio il melo, che non temono affatto i tagli della potatura al bruno (o secca). Perciò le potature invernali vanno effettuate generalmente nel mese di febbraio o comunque entro la prima metà di marzo.

Vedremo di seguito quali sono le potature a febbraio più indicate o viceversa sconsigliate per alcuni dei più diffusi alberi da frutto come l’olivo (famiglia delle Oleacee), il cachi o kaki (famiglia delle Ebenacee), il pesco e l’albicocco (famiglia delle Drupacee) e l’arancio (agrume della famiglia delle Rutacee).

 

Tra clima e attrezzi a disposizione, quando potare frutteto e oliveto

Si è detto che il periodo a cavallo tra fine del riposo vegetativo ed inizio del risveglio primaverile è il periodo migliore per effettuare le potature invernali. Ciò, ovviamente, in condizioni climatiche normali.

I cambiamenti dell’ultimo decennio infatti comportano non solo le gelate tardive alle quale gli agricoltori erano già abituati a far fronte, ma sempre più di frequente anche fioriture primaverili anticipate che il più delle volte non producono poi molti frutti.

In questo secondo caso diventa necessario posticipare il periodo di potatura ed intervenire, se non se ne può fare a meno e comunque con tagli più leggeri, quasi esclusivamente sui rami che non sono riusciti effettivamente a fruttificare per non compromettere ulteriormente il raccolto.

Tempestività e programmazione sono diventate parole chiavi nella potatura. Dotarsi di attrezzi di qualità altrettanto. La potatura dei rami è sempre una ferita che si infligge alla pianta. Se i tagli sono netti e precisi, rispettano il colletto di corteccia e sono inclinati per evitare dannosi ristagni di acqua, la ferita verrà rimarginata prima dalla pianta con minore rischio che si diffondano malattie o parassiti. Perciò lame e catene vanno tenute sempre affilate e vanno anche disinfettate tra una potatura e l’altra.

Le lame e le catena da taglio degli utensili Campagnola sono prodotte con i migliori materiali disponibili e con le tecniche più evolute. Il catalogo dei prodotti in commercio comprende attrezzi manuali, elettrici, ad aria compressa e con motore termico per soddisfare ogni esigenza di produttività rendendo allo stesso tempo più veloce e meno faticoso il lavoro degli operatori.

 

Potature invernali: i principali interventi

Con la potatura invernale (si veda anche altro approfondimento specifico sulla potatura al bruno) si eliminano prevalentemente polloni e succhioni, rami secchi, spezzati dal vento o attaccati da malattie e parassiti.

Inoltre, in questo periodo si imposta generalmente la forma di allevamento sulle piante giovani (potatura di formazione), si tiene sotto controllo la stessa forma di allevamento su quelle adulte con la potatura di produzione e si effettua la potatura di riforma sugli alberi più vecchi che la forma di allevamento impostata ormai l’hanno persa, magari per potature stagionali non effettuate con regolarità, oppure che hanno bisogno di rinnovare le branche fruttifere.

In pratica, per ottenere frutti migliori in quantità e qualità, ci si assicura che rimanga in equilibrio il rapporto tra la parte aerea e quella radicale dell’albero (asportando di solito non più del 30% della chioma), che ogni branca sia dominata da una sola cima e che la pianta non cresca troppo in altezza così da agevolare la raccolta dei frutti da terra.

Rientrano sempre nella potatura anche tecniche come la piegatura o curvatura (con le legature), l’inclinazione o divaricamento (con legature o divaricatori appositi) dei rami.

 

La potatura invernale dell’olivo

La potatura invernale dell’olivo è la potatura classica, quella che capita di vedere più spesso in campagna, nell’area del Mediterraneo, tra febbraio e marzo. È in questo periodo che si praticano i tagli più grossi per far mantenere o acquisire all’olivo la forma di allevamento desiderata dall’agricoltore.

Solo alcuni continuano ancora ad effettuare grosse potature su queste piante anche al termine della raccolta autunnale delle olive, quando invece, essendo l’inizio del periodo di riposo vegetativo, sarebbe preferibile limitare gli interventi alla sola asportazione dei rami che si sono eventualmente danneggiati cercando di staccare le drupe dall’albero o per il maltempo.

Il motivo è presto detto: la chioma in eccesso sarà utile all’albero di ulivo per proteggersi dal freddo ed inoltre anche in quei rami la pianta ha accumulato parte delle riserve di energia che le serviranno proprio durante l’inverno.

Per effettuare la potatura il momento ideale sarebbe poco prima del risveglio primaverile. Se ciò non sempre è possibile, l’importante è aiutare la pianta, ancora in riposo vegetativo, a cicatrizzare le ferite lasciate dall’asportazione dei rami più grossi applicando sulle superfici tagliate del mastice da innesto che servirà come protezione per ridurre il rischio di malattie.

 

La potatura invernale del cachi (kaki)

Il kaki (o cachi) si pota tra febbraio e marzo con una regola fondamentale: va lasciato sull’albero un carico di gemme abbastanza elevato. Ciò perché sono diffuse soprattutto piante femminili di ‘kaki tipo’ coltivate in assenza di piante impollinatrici. Ed un frutto che matura senza fecondazione, detto partenocarpico, è più soggetto a cascola anche se, nel caso del kaki, i minori frutti ottenuti avranno una pezzatura maggiore.

Perciò il kaki non si pota contando il numero delle gemme o dei rami, ma selezionando i rami ben distanziati tra di loro, preferibilmente quelli medio-corti e meglio esposti alla luce, che hanno maggiori possibilità di far allegare e fra crescere frutti più grossi.

In compenso è possibile, quando occorre, praticare grossi tagli di riforma durante la potatura invernale del cachi avendo questa pianta un legno che resiste molto bene agli attacchi fungini.

 

La potatura invernale del pesco

Per la potatura invernale del pesco il mese di febbraio non è proprio il più appropriato, mentre come periodo di potatura è più indicato il mese di marzo.

Su quest’albero infatti è richiesta una potatura piuttosto energica, con asportazione anche del 50-70% dei rami nelle piante adulte, per ottenere una notevole pezzatura dei frutti (170-200 grammi circa) e allo stesso tempo permettere ai rami di sostenere il peso di una produzione che può arrivare anche a 50-60 kg per pianta.

Spostando la potatura al momento in cui avviene la schiusa delle gemme, ma prima che inizi la fioritura, si possono selezionare meglio i rami da tagliare cominciando ad asportare quelli più danneggiati dal freddo ed allo stesso tempo sarà possibile effettuare un primo diradamento dei futuri frutti.

 

La potatura invernale dell’albicocco

La pianta dell’albicocco richiede una potatura ‘leggera’ in quanto mal sopporta i grossi tagli a legno, producendo dalle ferite come risposta quella che viene definita ‘gommosi’.

Perciò per la potatura a secco dell’albicocco sarebbe più opportuno il periodo tra settembre e ottobre, prima della caduta delle foglie, ma si può intervenire in alternativa anche da fine gennaio e fino alla ripresa vegetativa.

Per il particolare tipo di crescita della pianta l’albicocco richiede invece più interventi di potatura verde: al diradamento dei frutti e subito dopo la raccolta.

 

La potatura invernale dell’arancio

L’arancio dolce (nome latino Citrus sinensis) è una di quegli alberi da frutto che generalmente non va potato in inverno. Il primo motivo è abbastanza evidente: a febbraio-marzo molto spesso ci sono ancora frutti in maturazione ancora attaccati all’albero.

Ciò dipende sia dal clima dei paesi di produzione e sia dal fatto che le tante varietà coltivate si distinguono oltre che per le caratteristiche del frutto anche per il periodo di maturazione.

Il secondo motivo per il quale la potatura invernale dell’arancio è sconsigliata sta nel fatto che il massimo accumulo di sostanze di riserva nelle foglie e nei rami si raggiunge proprio nei mesi di febbraio e marzo. Privare la pianta di queste riserve avrebbe ripercussioni sulla successiva allegagione dei fiori e quindi sulla produzione dei frutti.

Il periodo più indicato per la potatura sulla pianta di arancio, diciamo quelle più consistenti, è quindi tra maggio e luglio quando le temperature non sono troppo basse né troppo alte.

Alcuni degli attrezzi Campagnola più indicati per frutteto e uliveto

Dal catalogo Campagnola si segnalano tra gli attrezzi manuali i modelli S4 (forbice taglio a battuta), S25 (segaccio a lama fissa) ed S20 (troncarami manuale a battente dritto).

Tra gli attrezzi elettrici a batteria plug-in si segnalano le forbici SL23, SPEEDY, STARK M e STARK L, i potatori a catena elettrici modelli T-CAT M, T-FOX e T-REX.

Tra gli attrezzi pneumatici si segnalano le forbici STAR30 e VICTORY e il potatore a catena LASER come valido sostituto delle motoseghe per rami fino a 20 cm di diametro.

Gli utensili sia elettrici e sia pneumatici è possibile ottenerli in diverse configurazioni anche su aste fisse e telescopiche di prolunga.

Per ulteriori informazioni sugli attrezzi Campagnola si può consultare il catalogo on line, utilizzare la sezione contatti di questo sito oppure rivolgersi alla rete ufficiale dei distributori locali, dove è possibile visionare e acquistare i prodotti compresi gli accessori ed i pezzi di ricambio.

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