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Perché si pota la vite?

La potatura invernale ha un ruolo cruciale nella gestione del vigneto, poiché riesce a influire sull’attività vegetativa della vite e a condizionarne, inoltre, quella produttiva. Un intervento di potatura ben eseguito può plasmare la forma della pianta, renderla più resistente alle avversità e determinare la quantità e la qualità dei suoi frutti.

La potatura della vite comprende generalmente sia l’esecuzione di tagli dei rami, sia un’azione sui tralci, in modo da ottenere una specifica forma d’impianto viticolo. È proprio il tipo di impianto che si desidera ottenere a stabilire le modalità e le tempistiche per la potatura della vite, insieme alla varietà di vitigno, alla tipologia di terreno e alle condizioni climatiche della zona di interesse.

Come si esegue la potatura della vite

La potatura avviene generalmente nei mesi freddi dell’anno, preferibilmente tra gennaio e febbraio. Eseguendola in questo periodo si riesce a evitare la fuoriuscita della linfa dai tagli, che rappresenta una grave perdita per la pianta. Per ridurre ulteriormente il “fenomeno del pianto” è preferibile potare in fase lunare calante, quando la circolazione della linfa è limitata.

La vite generalmente produce i suoi grappoli nei rami di un anno, quindi l’operazione di potatura punta a individuare ed eliminare i tralci vecchi, eventualmente escludendo i pochi che appaiono più vigorosi (al massimo 1 o 2).

Seguendo il suo ciclo di vita, si pota di solito all’inizio o durante il secondo anno e all’inizio del terzo. Nel terzo anno il tipo di operazioni da eseguire si modifica a seconda della forma di allevamento adottata: nelle forme a cordone speronato non si effettuano tagli, ma si posiziona il tralcio sul filo orizzontale, mentre nelle altre tipologie di allevamento si eliminano i germogli apicali eccessivamente vigorosi e si procede alla disposizione dei capi a frutto, nati dalle gemme al di sotto del filo.

I metodi di potatura della vite

La potatura della vite può avvenire sostanzialmente secondo due diversi sistemi, ossia a cordone permanente e a tralcio di rinnovo.

Nel caso di sistemi di allevamento a cordone permanente è essenziale prestare particolare attenzione all’integrità dei centri vegetativi della pianta, poiché eliminare o danneggiare le gemme preclude la possibilità di generare germogli. La strategia è quella di eseguire tagli alla giusta distanza dal cordone permanente, eliminando i tralci non scelti come capi a frutto, ma lasciandone un moncone che salvaguardi la salute delle gemme di corona alla base del ramo. Generalmente si tende a lasciare una parte di ramo di lunghezza pari a tre volte il diametro del tralcio tagliato.

Da evitare, inoltre, i tagli di rami che abbiano più di due anni per due ragioni: potrebbero crearsi infezioni nel legno e si potrebbe intaccare la capacità di germogliare delle gemme della corona, minando la vitalità del centro vegetativo della pianta. Lavorare attentamente in fase di scacchiatura è fondamentale, lasciando almeno un germoglio generato dalle gemme di corona e limitando così la crescita in altezza del centro vegetativo.

È utile, infine, lasciare all’estremità del cordone permanente uno sperone, da cui possa nascere un germoglio. Il suo ruolo sarà quello di attirare il flusso linfatico lungo tutta la lunghezza del cordone.

Quando ci si trova a gestire, invece, un sistema di allevamento a tralcio rinnovato, le operazioni di potatura sono finalizzate a tre obiettivi: il primo è l’asportazione del tralcio che era entrato in produzione (taglio del passato), il secondo è la spuntatura del tralcio che è stato scelto come capo a frutto per l’anno in corso (taglio del presente), il terzo è la selezione di uno sperone dal quale ottenere due diversi tralci, uno da stendere sul filo e uno da speronare, sempre cercando di evitare la crescita in altezza del ceppo.

Gli attrezzi più adatti alla potatura

Perché la potatura ottenga gli effetti sperati sulla salute della pianta e sulla sua produzione fruttifera è indispensabile che sia effettuata in maniera professionale. Ciò significa concentrare l’attenzione sulle esigenze della pianta e della forma d’impianto, ma anche sulla scelta degli attrezzi per la potatura del vigneto.

L’ascolto costante delle esigenze dei viticoltori è ciò che ha permesso a Campagnola di progettare forbici e potatori a catena davvero funzionali alle attività in campo. La PROFESSIONAL Line e la GREEN Line Campagnola presentano attrezzi specificamente studiati per ottenere una potatura efficace della vite e in grado di unire caratteristiche quali maneggevolezza e praticità a un’eccezionale capacità di taglio.

Nei nostri cataloghi puoi trovare facilmente il modello più adatto alle tue esigenze e affrontare la prossima stagione di potatura contando sull’esperienza Campagnola, consolidata nel corso di oltre sei decenni e tenuta sempre viva dalla voglia di guardare con lungimiranza al futuro del settore.

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